Dopo aver attraversato i borghi che costituiscono il comune
di Villa di Chiavenna, dopo aver visitato i crotti di Motta, il viaggiatore
può proseguire il viaggio sulla comoda e panoramica pista ciclabile,
che costeggia anche la diga di Villa, un bacino che con i suoi riflessi
arricchisce il panorama. Poco oltre si arriva al confine con la Svizzera.
Un confine che, come spesso accade, ha molte storie da raccontare.
Tra Villa, in territorio italiano, e Castasegna, in territorio svizzero, si è scelto
di recuperare il ponte pedonale – costruito durante il 1800 – che segna proprio
il confine, per ricordare la storia di chi andava a piedi da un paese all’altro
pur in due Stati diversi. Il confine che divide, il confine che unisce.
E accanto al ponte, sulle pendici della montagna, rimangono le reti metalliche
a segnare il confine frequentato dai contrabbandieri; quel contrabbando
che prima ancora di essere attività per il “benessere” – il contrabbando delle
sigarette, per intenderci – era contrabbando di sopravvivenza.
Raccontano gli anziani dei paesi che “in téemp de guéra” le donne
attraversavano questo ponte portando sotto le vesti formaggio e burro,
che avrebbero poi scambiato con il sale così raro in Italia…
Un consiglio: attraversate il ponte di Dogana di Villa con gli
occhi chiusi, ricordando il tempo che fu.