Crotto: parola e tradizione che arrivano da un lontano passato.
Una “cripta”, una “grotta” che custodisce un segreto: il sorel,
il soffio che viene dalla montagna e attraversa le viscere della
pietra prima di sfociare in queste grotte. Gli abitanti della Valchiavenna
si accorsero presto che questo soffio magico li avrebbe aiutati nella
conservazione dei cibi e nella maturazione del vino e dei formaggi,
grazie alla sua capacità di fornire una temperatura pressoché costante
tra estate e inverno. E impararono allora a “domarlo”, costruendo i “crotti”
intorno ai massi dai quali il sorel spirava. I crotti sono nel tempo diventati
luoghi di incontro e di allegri banchetti non solo per gli abitanti, ma anche
per i visitatori della Valchiavenna.
Una ritualità per gli abitanti, quella di ritrovarsi la sera dopo il lavoro in
montagna o in fabbrica, per bere del buon vino e mangiare qualcosa
insieme, magari al suono di una fisarmonica. Una scoperta tutto sommato
recente per i turisti, richiamati dalla ormai tradizionale “Festa dei Crotti”
organizzata ogni anno a Chiavenna. In realtà vi sono bellissime località rurali
sconosciute ai più, ma che conservano decine di crotti antichi ancora intatti e
spesso utilizzati dai proprietari come cantine: una delle località più suggestive
in tal senso è sicuramente Motta, nel comune di Villa di Chiavenna.
Un angolo fiabesco di Valchiavenna che merita senz’altro una visita per
l’atmosfera d’altri tempi, i crotti addossati l’uno all’altro e alla montagna,
i piccoli cortili con panche in pietra, dove ancora riecheggiano chiacchiere e risate…