La Valfurva per secoli è stata quasi completamente isolata: gli
usi e i costumi sono rimasti immutati, come cristallizzati.
Nomadi all’interno della valle, le famiglie erano legate, per
la loro sopravvivenza, ai cicli del bestiame e delle stagioni.
Nella seconda metà del XX secolo la Valle ha subito molte
trasformazioni ed è diventata importante meta turistica, non
solo per gli sport invernali, ma anche per la possibilità di
bellissime passeggiate estive in mezzo alla natura.
Eppure molti dei mestieri di un tempo sono ancora attuali.
La semplicità e bellezza della vita di montagna ha fatto da
richiamo, negli ultimi anni, a diverse giovani famiglie che sono
tornate all’allevamento di mucche e capre e alla produzione di
formaggi e salumi; spesso recuperando, oltre che la memoria
della vocazione produttiva di questi luoghi, anche un patrimonio
rurale importante, quello delle baite e degli alpeggi.
Un altro mestiere tradizionale della Valfurva è il taglio della legna.
Quello che un tempo era quasi una ritualità, con l’impiego di squadre
di manovalanza per la pulizia dei boschi e la raccolta della legna da
ardere, oggi è un’attività importante per diverse imprese locali.
Ma l’importanza di questo mestiere va oltre la commercializzazione
della legna: la cura e la tutela del patrimonio boschivo sono
fondamentali per salvaguardare la bellezza di una valle che
ancora oggi è come uno scrigno pieno di memorie attuali.