Valdisotto: un nome alquanto esplicativo per il comune che nasce là dove
finiva, un tempo, la Valtellina. Non si pensi ad un borgo compatto, ma piuttosto ad una
costellazione o ad un intarsio di piccole comunità: Aquilone, Capitania, Cepina, Oga,
Piatta, Piazza, San Pietro, Santa Lucia, Santa Maria Maddalena, Tola e “il fu” Sant’Antonio
Morignone. Oltre che per le bellezze naturali e paesaggistiche, Valdisotto merita una visita
per il suo patrimonio culturale. Un luogo su tutti è l’ossario di Cepina: edificato a metà
del ‘700 per mano delle massime maestranze artistiche valtellinesi di allora, venne
riconosciuto sin da subito monumento di importanza nazionale. Nasce come ossario
attiguo alla Chiesa Parrocchiale di S.Maria Assunta e nel corso del ‘900 viene utilizzato
come battistero. Imponenti e ricche cancellate concedono con clemenza l’accesso all’interno
di questa antica costruzione, dove pareti riccamente affrescate culminano in volte di marmo.
Sotto questo cielo di pietra, troviamo l’acquasantiera e un tabernacolo cinquecentesco in pietra
bianca, provenienti da un’antica chiesa di Cepina. Il fonte battesimale e l’altare di San Giuseppe
provengono dalla casa nobile Valgoi di Bormio. Come ogni ossario, anche quello di Cepina era
destinato a custodire le ossa degli avi: botole di vetro conservano i resti puliti e
ordinati, in modo da non dimenticare chi ci ha preceduto; allo stesso tempo è bello dare segno
di speranza e futuro tornando a battezzare i piccoli proprio in questo luogo.