All’apparenza un solo grande bacino idrico artificiale
della portata di 123 milioni di metri cubi, la Diga di Cancano
è in realtà costituita da due dighe, di cui una sommersa.
Una storia particolare quella di questa costruzione di
proprietà A2A S.p.A, legata allo sviluppo del territorio
lombardo: Milano venne illuminata per la prima volta grazie a
queste acque. La prima diga di Cancano venne completata nel
1933, a seguito dei lavori intrapresi a partire dal 1925, nella Val di Fraele.
A seguito della crescente domanda di elettricità, l’Azienda
Elettrica Municipale di Milano decise di realizzare una nuova diga,
Cancano II: i lavori, iniziati nel 1953, terminarono nel 1956.
Si trattò di un’opera titanica, che comportò la costruzione di uno
sbarramento a quota 1900 metri sul livello del mare.
Il bacino artificiale, alimentato dal fiume Adda, dal canale dello
Spöl, dal canale Gavia – Forni – Braulio e dal nuovo canale Viola
Bormina, sommerse la vecchia centrale elettrica Cancano I.
Quest’opera è tuttora visibile quando la diga di Cancano II è vuota.
Attorno ai laghi di Cancano un paesaggio incontaminato, dai colori
straordinariamente vivi durante la bella stagione: il verde intenso si
sposa con il blu dei laghi e del cielo e con la roccia delle vette.
Vette come quella del Monte Scale, che con la sua croce sorveglia e
protegge Bormio e la Valdidentro.