Non solo Sondalo. Anche un altro Sanatorio ha segnato indelebilmente
la storia della Valtellina: il Sanatorio di Prasomaso Umberto I per la cura
del mal sottile, la tubercolosi. A 1200 metri di quota, la mitezza del clima
e la purezza dell’aria ispirarono alla fine del 1800 la nascita di questa
grande casa di cura (che occupa una superficie di oltre 60.000 metri quadrati),
facendo del Sanatorio di Prasomaso uno dei primi d’Italia.
La Società per i sanatori popolari prese a cuore la nascita e lo sviluppo
della struttura, impegnandosi in prima persona nella costruzione
del tronco stradale che collegava la cittadina montana alla località di
Prasomaso e nell’edificazione della strada carrozzabile da Sant’Antonio al sanatorio.
La struttura, su cui aleggiano storie e leggende locali di varia natura, e
che dopo il 1970 venne adibita a colonia estiva, oggi è purtroppo in stato di
abbandono e, soprattutto nelle ore notturne, incute un certo timore.
Imponenti, le vetrate del padiglione d’ingresso accolgono ancora i rari
visitatori, suscitando reverenza e stupore per il magnifico panorama delle
Orobie che si spalanca davanti ai loro occhi e per le testimonianze del
passato che qui, dopo tanto tempo, sembrano riprendere vita.
Il vecchio cinema e le sue sedie di legno, gli arredamenti e i letti
rimangono custodi e baluardi dei tempi che furono.