Universalmente conosciuto come il paradiso dello
sci e dello shopping, Livigno ha tuttavia un cuore semplice e
dimostra un’accoglienza che stupisce per la sua genuinità.
La gente qui mantiene il ricordo di un passato, neanche
troppo lontano, in cui il paese doveva vivere sfruttando tutte
le risorse che la montagna può offrire ad un’altitudine di
oltre 1800 metri. Allora, prima degli anni ’60 quando ebbe inizio
lo sviluppo turistico, il paese era costituito da poche case in
legno, distanziate tra loro e distribuite in lunghezza nella valle.
I livignaschi hanno sempre sfruttato in maniera intelligente e, come
diremmo oggi, “sostenibile” il territorio, dividendo il terreno in
appezzamenti trasversali rispetto alla valle, in modo che ogni
casa e quindi ogni famiglia, avesse una striscia di terra dal
fondo valle, dove c’erano i bàit (le case), a metà montagna
dove si trovano le tée (baite) e infine in quota, dove si trovano
le malghe (cheséire) per la produzione del formaggio.
Caratteristica delle case era l’architrave della porta: una trave
di legno che portava incisa la data di costruzione e, di solito,
l’effige di un drago, per esorcizzare la paura di questa creatura
ancestrale. Qualche curiosità: molti sono i campioni di sci a
cui Livigno ha dato i natali, così come molti sono i frequentatori
illustri di questo incantevole angolo di Valtellina, tra cui Ron e
Lucio Dalla. Ed è proprio a Livigno che Ron ha preso
ispirazione per una delle canzoni più famose di Dalla,
“Attenti al lupo”. Eh sì, pare che la “casetta piccola così”
sia proprio a Livigno!!!