Giungendo a Lanzada, in Valmalenco, il viaggiatore può immergersi
in uno scenario fiabesco, quasi il set di un film di fantascienza.
Qui, infatti, ha sede una delle rare miniere di Pietra saponaria,
comunemente nota con il nome di Talco. Scoperto il giacimento
nel 1936, la miniera della Bagnada, rinomata per la purezza e friabilità
della pietra, rimase attiva fino al 1987, quando si esaurì la coltivazione.
Entrando nella miniera, si rimane affascinati dal biancore immacolato delle
mura che, come dipinte, riflettono la luce delle torce dei visitatori: un magico
labirinto, si snoda per ben 9 piani sotterranei, tra filoni coltivati, gallerie di
servizio, discenderie, camminamenti, gallerie e vuoti per la ricerca del
materiale sterile. È facile immaginare l’aspetto incantato di questo luogo
popolato dai minatori di un tempo che, armati degli attrezzi del mestiere,
procedevano all’estrazione manuale del prezioso talco, utilizzato soprattutto
nell’industria cosmetica e in quella farmaceutica. La miniera della Bagnada
ospita oggi un interessante ecomuseo che consente la visita a quattro dei nove
piani e ad alcuni locali di servizio, tra cui la “riservetta”, locale per la conservazione
di esplosivi e per la preparazione delle cariche e il “camerone” che, grazie alla particolare
acustica delle sue alte volte, ospita oggi concerti e altri appuntamenti musicali. Sono visibili,
inoltre, diverse attrezzature utilizzate nel lavoro di miniera, come carrelli e perforatrici.