Quello di Grosio è molto più di un “centro storico”.
Lo si può definire un “cuore pulsante” nella cultura di Valtellina.
Non solo per la sua architettura e per le opere d’arte che vi sono
custodite, ma anche per la sua gente. Una cultura popolare forte,
un tessuto sociale pieno di ricchezza, una comunità coesa intorno
ai valori della propria tradizione e che sa accogliere l’ospite in
maniera genuina e garbata. I simboli di Grosio sono i campanili:
quello imponente e suggestivo della parrocchiale di San Giuseppe,
alto ben 65 metri, e quello dell’antica chiesa di San Giorgio, un
piccolo capolavoro romanico in pietra scura. Idealmente la visita
al centro di Grosio potrebbe snodarsi tra questi due punti di riferimento.
Proprio sotto al campanile di San Giuseppe, accanto alla chiesa
parrocchiale, sorge la Villa Visconti Venosta, dimora storica costruita
nel XVII secolo, immersa in un grande ed elegante parco.
Esternamente la villa accoglie con un bel cortile dove sono
affacciati i due corpi dell’edificio: uno originario, più antico e
dalla struttura più massiccia, l’altro più recente e dalle forme più
leggere ed eleganti grazie a due ordini di arcate. All’interno le sale
ancora arredate e decorate sono visitabili, essendo la villa di
proprietà comunale. Addentrandosi nelle viuzze centrali del
paese, è bello scoprire che il passato qui è presente: i cortili
sono rimasti intatti, così come le antiche botteghe, ancora
identificabili dalle porte affacciate sulle strade. Ciò che si
respira è la genuinità di una volta, ancora viva in questa comunità.
Ad un tratto i vicoli si aprono su una piazzetta con una sobria
fontana ottagonale in pietra che presenta in maniera molto semplice
quello che è uno degli angoli più belli di Valtellina: la chiesa di San
Giorgio con il suo Ossario. San Giorgio è un monumento
straordinario, una chiesa quattrocentesca che ha mantenuto
l’aspetto originario sia esternamente che internamente e che
custodisce un’ancona in legno e diversi affreschi, alcuni dei
quali del “Raffaello di Valtellina” Cipriano Valorsa.
L’ossario accanto alla chiesa è altrettanto suggestivo, perfettamente
conservato e decorato, affacciato su un giardino cintato.
Era questo il cimitero di Grosio fino al 1830. Si è parlato
soprattutto di vie, palazzi, monumenti, ma Grosio è anche
speciale per le persone che la abitano. Moltissime sono le
associazioni presenti in paese, dai cori al corpo bandistico,
alle associazioni teatrali e musicali, a quelle culturali per la
promozione delle tradizioni locali, alcune delle quali uniche.
I costumi tradizionali grosini rappresentano un unicum in
Valtellina: tipici sono gli orecchini indossati dalle donne,
così come le calze ricamate, le acconciature ricche di nastri,
gli scialli decorati, tutto molto lontano dai costumi contadini
di altri paesi di Valtellina….il perché di queste particolarità è
presto spiegato. La storia narra che all’inizio del 1600 i
Grosini che lavoravano a Venezia ricevettero in dono dal
Podestà in persona delle giovani donne provenienti dal Medio
Oriente come spose, visto che il paese era stato devastato dalla
peste. Le donne portarono i loro costumi nel piccolo paese
valtellinese, che per secoli ha saputo custodire gelosamente
questo importante segno della storia.