È impossibile scindere la storia della Valtellina dalla storia dei
suoi pregiati vini, la cui origine risale addirittura a prima del x
secolo, periodo in cui la viticoltura era sviluppata per lo meno
nella parte bassa e media della Valle e rivestiva già un ruolo rilevante
nell’economia locale. È, però, con il XIV e XV secolo, sotto il dominio
Visconti e Sforza, che la produzione vinicola assume una tale importanza
da divenire uno dei cardini dell’economia di questa zona.
Il terreno vitato raggiunge il massimo della espansione nel 1800 con oltre 6000 ettari,
dei quali oltre un terzo coltivati a Nebbiolo. Sono tantissime le curiosità che
potremmo elencare sulla coltivazione della vite in quest’area.
Tra le tante, ci piace ricordare che qui è nata una figura particolare,
quella dell’erbostaro, una sorta di guardia incaricata dalla comunità di vigilare i
vigneti durante il periodo immediatamente precedente la vendemmia.
L’erbostaro vegliava giorno e notte i “ronchi”, ovvero i tipici terrazzamenti di montagna che
permettono lo sfruttamento agricolo dei declivi. La sistemazione terrazzata
della vigna di Valtellina è certamente l’elemento che maggiormente
caratterizza il territorio, tanto che in questa zona, si contano oltre 2.500 Km
di muretti di pietra a secco, utilizzati per delimitare e sostenere i ronchi: un
numero che consente alla Valtellina di vincere il titolo di area terrazzata più
vasta d’Italia e di una delle maggiori d’Europa. Qui la vendemmia avviene
ancora per mezzo di tecniche tradizionali: quintali di grappoli di uva vengono
portati a spalle in “portini”, ossia in gerle, percorrendo ripidi sentieri e
scalette, uniche vie di comunicazione tra i vari appezzamenti.
Castionetto di Chiuro è una delle mete del turista enologico: in questa antica
frazione passa la strada del vino, un percorso lungo 67 km che si snoda tra
vigneti, secolari terrazzamenti e importanti case vitivinicole.