CASTELLO DELL’ACQUA. IL PERCORSO ETNOGRAFICO
A Castello dell’Acqua parte un meraviglioso percorso etnografico dalla durata di circa 3 ore che
permette di scoprire leggende e tradizioni dell’economia rurale valtellinese.
Il percorso inizia presso la fucina di contrada Cavallari, destinata alla forgiatura di attrezzi metallici per oltre due
secoli, ed entra in un fitto bosco attraverso il quale si raggiunge un frutteto abbandonato.
Castagni, tigli, frassini, sambuchi, betulle e pioppi accompagnano il visitatore sino ad una radura,
dalla quale si scorge la seicentesca chiesa di San Giuseppe nella contrada di Cortivo, nota per la
sua rappresentazione dell’invidia: un mascherone in stucco propone una figura fra il grottesco e
l’orrido, con due squame al posto delle orecchie e la bocca aperta, a mostrare la lingua verso
Castello Centro, versante della valle ombreggiato che la tradizione vuole “geloso” del sole che
bacia Cortivo.
Il percorso prosegue su una mulattiera panoramica sino alla contrada dell’Albert,
dove è possibile ammirare la Pila, ove si battevano le castagne, e la “Grat”, dove venivano poste
a seccare.
Lungo il cammino si incontrano, inoltre, i numerosi mulini in cui venivano macinati i
cereali, i forni per la cottura del pane presenti in tutte le contrade e i frantoi per la produzione di
olio per combustione.
Tornando verso Cortivo, si incontrano ancora due mulini, uno per la segale e uno per il grano
saraceno. Si prosegue per circa duecento metri lungo una carrozzabile che porta a valle e da qui
un sentiero taglia lungo i prati fino ad arrivare alla contrada delle Pile.