Caspoggio, un tempo “casa podii”, ovvero “casa del poggio”,
è un piccolo paese del Valmalenco dal nome evocativo: il viaggiatore
qui giunto può ammirare il panorama che si apre davanti ai
suoi occhi con incredibile magnificenza.
Il monte Disgrazia, il Pizzo Scalino e il Pizzo Bernina
osservano questo luogo con sguardo benevolo, come giganti
testimoni a custodia del suo antico passato, che affonda le radici nel XIV secolo.
Proprio a questo periodo risale la sua “Truna”, un passaggio centrale
coperto, lungo oltre 25 metri, e costeggiato da ambo i lati da abitazioni.
La Truna, oggi identificata con il centro di Caspoggio, non è l’unica superstite
dei tempi che furono: anche le sue arti, in particolare l’intaglio del legno, hanno
reso questa località nota in tutta la Valmalenco. Negli “Annali universali di
statistica, economia pubblica, storia, viaggi e commercio” del 1834 si
legge: “Secchie, gerli, vasi e recipienti di legno d’ogni maniera, si
fabbricano particolarmente in Caspoggio che poi si esitano al mercato di Sondrio”.
L’abilità dei caspoggini nell’intaglio del legno era, quindi, assai
rinomata: le sole attività redditizie praticabili in loco nel corso dei
secoli, infatti, furono il taglio dei boschi e la pastorizia, per l’eccessiva
altitudine del paese, che impossibilitava le colture.