36 tornanti e 22 km che si snodano oltre i 2500 metri
di quota nella Valle del Braulio: il Passo dello Stelvio è il
valico automobilistico più alto d’Italia e il secondo d’Europa.
Commissionato da Francesco II d’Asburgo all’ingegner Carlo
Donegani per collegare il Ducato di Milano all’Austria,
questa innovativa opera fu inaugurata alla presenza
dell’imperatore stesso nel 1825.
Nel corso dei secoli successivi, il Passo dello Stelvio è
stato teatro del passaggio di diligenze e di aspre battaglie
tra italiani e austriaci, durante la Prima Guerra Mondiale, fino
a consolidare una spiccata vocazione sportiva negli ultimi decenni.
Il Passo dello Stelvio è oggi frequentato e noto ai più per la sua
rinomata stazione sciistica estiva e per il Motoraduno
Stelvio International Metzeler.
Ma lo Stelvio è entrato nella leggenda degli sport
soprattutto grazie al Giro d’Italia, che lo incluse per la
prima volta nel proprio percorso nel lontano
1953: a vincere fu Fausto Coppi. Inerpicandosi per il Passo dello
Stelvio, i viaggiatori possono toccare con mano le testimonianze di un
ricco passato attraverso le quattro case cantoniere che troviamo ancor oggi
risalendo da Bormio: realizzate durante la costruzione della strada nel corso
dell’ottocento, erano gestite dai “cantonieri”, che le tenevano aperte tutto l’anno,
mettendo a disposizione viveri e legna per il riscaldamento. Al loro
interno, trovavano ristoro non solo i viandanti, ma anche
i “rotteri”, ovvero gli addetti alla manutenzione stradale
e allo sgombero della neve. Il loro nome deriva
da “Caval de rotta”, il cavallo che si trovava in testa
e aveva il ruolo di rompere la neve: proprio grazie al
loro duro lavoro, il Passo dello Stelvio era percorribile in tutte le stagioni.