Fondamentale crocevia dei valichi alpini, l’articolata storia di Bormio emerge
già da una semplice visita nel suo meraviglioso centro storico. Attraverso vie e
vicoli, antichi palazzi e splendidi portali accompagnano il visitatore lungo il viaggio.
Sono numerosi anche gli antichi affreschi che adornano le case nobiliari. Il viandante
di un tempo doveva provare meraviglia e stupore nell’entrare in questo borgo montano,
così diverso da tutte le località circostanti per ricchezza e tradizione. Una leggenda vuole
che Bormio contasse ben 32 torrioni, simbolo delle altrettante casate nobiliari presenti
nella cittadina. Sfruttando la sua posizione strategica la comunità bormina era, infatti, riuscita
a strappare autonomie e privilegi, come il monopolio della vendita del vino, che consentì a
molti mercanti di arricchirsi e d’atteggiarsi come era moda tra i nobili d’allora: costruirsi una
casa–torre, magari più alta e svettante delle altre, e poi decorarla con le insegne di famiglia.
Oggi rimangono, oltre alla torre del Kuerc, simbolo di Bormio, la torre degli Alberti, nel cuore
di via Roma, e quella annessa a Palazzo De’ Simoni, sede del museo civico dal 1962, dove è
possibile ammirare antiche sale nobiliari, preziose reliquie e arredi sacri provenienti dalle chiese
del territorio. Il museo propone un vero e proprio salto nel tempo al curioso turista, che, grazie alle
sezioni etnografiche, può avvicinarsi ai lavori agricoli e artigianali della Bormio che fu
(il falegname, il norcino, il ciabattino, la lavorazione del latte, la tessitura). La cucina, la ricostruzione
della caratteristica “stua” e la presenza di slitte, carrozze e della diligenza ricordano l’implacabile fluire del tempo.